Il 24 OTTOBRE 2015 negli ambiti del Premio Thesaurus IV edizione
Il giornalista Pasquale Doria e l'arch. Biagio Lafratta testimonieranno della storia umana e coraggiosa del sindaco di Tricarico, contadino e poeta, Rocco Scotellaro, imprigionato nel carcere di piazza San Giovanni Battista per le sue opinioni, e dell'intelligente recupero e trasformazione del luogo che ospita le serate, un tempo destinato a ospedale e, quindi, alla restrizione e punizione, oggi spazio pubblico di cultura per tutti.
Il giornalista Pasquale Doria e l'arch. Biagio Lafratta testimonieranno della storia umana e coraggiosa del sindaco di Tricarico, contadino e poeta, Rocco Scotellaro, imprigionato nel carcere di piazza San Giovanni Battista per le sue opinioni, e dell'intelligente recupero e trasformazione del luogo che ospita le serate, un tempo destinato a ospedale e, quindi, alla restrizione e punizione, oggi spazio pubblico di cultura per tutti.
IL PREZZO DELLA LIBERTA’ - LETTERE DA PORTICI
La storia della militanza politica di Rocco Scotellaro è ancora in larga parte da scrivere; ma non vi è dubbio che coincide con quella culturale del Paese tra il primo ed il secondo dopoguerra.
“Testimone e simbolo di una generazione” – ha sottolineato il meridionalista Leonardo Sacco. Lucida quanto lapidaria definizione che ha spronato e guidato un lavoro corale utile alla comprensione di quelle vicende. E’ quanto emerge dalla pubblicazione di alcune lettere inedite.
Sono state scritte tra il 1952 e il 1953, quasi tutte da Portici. Il loro fortunoso ritrovamento ha messo in moto la ricerca di ulteriori fonti inedite, documenti, testimonianze, fotografie, che si legano direttamente alla fulminea parabola politica di Scotellaro, smorzata dall’ingiusta detenzione nel vecchio carcere di piazza San Giovanni Battista, nel cuore di Matera.
Autentica è risultata l’emozione provata durante la ricerca che ha consentito d’individuare la cella numero 7 in cui fu consumata la reclusione.
Impressione avvertita con altrettanta intensità quando Domenico Giannace, a distanza di 65 anni, ha riconosciuto il luogo in cui divise la branda con il «poeta contadino».
Non meno coinvolgente e il ricordo del sociologo Gilberto Antonio Marselli, allora giovane ricercatore con Scotellaro a Portici. Unitamente ai generosi contributi di Emanuele Festa, Biagio Lafratta, Nicola Filazzola, l’Archivio Storico Adriano Olivetti di Ivrea e del Centro documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra”, costituiscono le ultime tessere, oggi condivise, di un mosaico di conoscenze che nel loro comporsi formulano un auspicio: il prosieguo di una ricerca consapevole e tenace in un momento in cui, rispetto all’offesa di un nuovo desolante impoverimento del territorio, sotto la minaccia finale dello smembramento, identitario regionale, più forte deve risultare l’impegno nel rinsaldare le radici contro gli artefici della loro distruzione.
La storia della militanza politica di Rocco Scotellaro è ancora in larga parte da scrivere; ma non vi è dubbio che coincide con quella culturale del Paese tra il primo ed il secondo dopoguerra.
“Testimone e simbolo di una generazione” – ha sottolineato il meridionalista Leonardo Sacco. Lucida quanto lapidaria definizione che ha spronato e guidato un lavoro corale utile alla comprensione di quelle vicende. E’ quanto emerge dalla pubblicazione di alcune lettere inedite.
Sono state scritte tra il 1952 e il 1953, quasi tutte da Portici. Il loro fortunoso ritrovamento ha messo in moto la ricerca di ulteriori fonti inedite, documenti, testimonianze, fotografie, che si legano direttamente alla fulminea parabola politica di Scotellaro, smorzata dall’ingiusta detenzione nel vecchio carcere di piazza San Giovanni Battista, nel cuore di Matera.
Autentica è risultata l’emozione provata durante la ricerca che ha consentito d’individuare la cella numero 7 in cui fu consumata la reclusione.
Impressione avvertita con altrettanta intensità quando Domenico Giannace, a distanza di 65 anni, ha riconosciuto il luogo in cui divise la branda con il «poeta contadino».
Non meno coinvolgente e il ricordo del sociologo Gilberto Antonio Marselli, allora giovane ricercatore con Scotellaro a Portici. Unitamente ai generosi contributi di Emanuele Festa, Biagio Lafratta, Nicola Filazzola, l’Archivio Storico Adriano Olivetti di Ivrea e del Centro documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra”, costituiscono le ultime tessere, oggi condivise, di un mosaico di conoscenze che nel loro comporsi formulano un auspicio: il prosieguo di una ricerca consapevole e tenace in un momento in cui, rispetto all’offesa di un nuovo desolante impoverimento del territorio, sotto la minaccia finale dello smembramento, identitario regionale, più forte deve risultare l’impegno nel rinsaldare le radici contro gli artefici della loro distruzione.
Pasquale Doria, è nato l’11 maggio 1959. Autore di diverse pubblicazioni sulla città, è giornalista dal 1984. Vive e lavora a Matera, nei rioni Sassi. Luogo in cui è sempre complicato comprendere da quale parte si muove la freccia del tempo. Smarrimento in cui è quotidianamente coinvolto e che influenza inevitabilmente i suoi pensieri e le sue azioni. Compresa l’attività di scrivere legata soprattutto al territorio, alla sua storia urbana e ai protagonisti di ieri e di oggi.
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Editrice Giannatelli
Figlie d'arte di Enzo Giannatelli - tra i pionieri della moderna stampa tipografica in città e protagonista del passaggio dall'uso dei caratteri mobili alle nuove tecnologie - informatiche, Marilina e Chiara continuano a dare lustro all'opera paterna. Due editori che stanno conquistando il favore dei lettori materani per le loro coinvolgenti proposte lanciate su due livelli. Da una parte, la riproposizione dei testi editi in Basilicata nella loro libreria di via Lucana (The sassi book store ecc. ). Dall'altra, le eleganti pubblicazioni che privilegiano autori locali impegnati nella narrazione dell'unicità di un territorio come Matera e dintorni. Un binario che unisce le radici di una editoria che viene dal passato con gli stimoli del presente che guardano decisamente al futuro. |